L' altrieri come accennavo in un nostro thread - Click - ho fatto visita ad una antica casa isolata nel bosco
chiusa da circa 40 anni ; la casa versa in uno stato di completo abbandono e purtroppo da 10 anni la rottura
dei vetri esterni delle finestre, nonché scorribande di piccoli animali ( e... anche di persone ) hanno rovinato molto
il suo semplice splendore che anche solo qualche anno fa lì si respirava. Una casa contadina che al suo interno
aveva già uno stile di modernità, diciamo, collegata ad un'altra struttura abitativa che da 20 anni - pure lei - è
disabitata causa la prematura morte della residente dopo una brutta caduta da una scala, proprio nel giardino
antistante.

Poche sensazioni che qui scrivo, con alcuni piccioli ornamenti di cui sotto lascio le fotografie ; mi son sentito
di prenderli giacché la casa è di stretti parenti e visto che in questi piccoli oggetti - per alcuni " senza valore " - ritrovo
un'aura di storia difficilmente spiegabile : essi eran già sull'orlo di una sicura distruzione sotto ai centimetri di legno
tarlato del vecchio parquet inzuppato d'acqua... causa la recente rottura di un versante del tetto

Dietro all'immagine di dissoluzione e disfacimento si cela un ambiente che tradisce un attimo perso, un' altra epoca e
un ché di perfettamente decadente.
Piccolo racconto :
In un pomeriggio fiacco, cinto da un sole malato di Dicembre... ci è stato chiesto da alcuni parenti di passar a vedere
se la casa in questione avesse ancora delle visibili perdite di acqua dal tetto

pochi problemi di stabilità alle solette ed alle travi di legno che sorreggono l'ultimo piano dei tre esistenti. Avendo le
chiavi di casa decido di fare un giro in solitaria e porto con me diverse torce, zainetto con borse e macchina fotografica...
<< se servisse... mi dico >>. La presenza delle torce è per via del fatto che la casa ha le ante delle finestre per lo più
chiuse o bloccate, non c'è corrente ed internamente un passo falso può perfino far passare al piano sottostante in un
battibaleno

Per raggiungerla bisogna lasciare l'auto lontano in un parcheggio, percorrere a piedi un tratto di veloce superstrada
per poi imboccare una mulattiera, salir un sentiero con muri a secco diroccati e... dietro a spine e rovi, alberi caduti e
liane penzolanti si erge la nostra magione. I corvi la fanno da padrone, austera compagnia che in più di un'occasione
mi ha seguito dall'alto durante la giornata. Arrivati alla casa lascio armi e bagagli a terra e noto esternamente una
cisterna, un piccolo rifugio per gli attrezzi, un forno per il pane, un vecchio bagno ; attorno fiaschi impagnliati marci,
residui di vecchi falò, sedie arrugginite e divanetti corrosi dal tempo. L'uscio è pieno di foglie e rampicanti, le serrature
delle porte son molto dure e prima di trovare la giusta chiave... credo addirittura che il mazzo che mi hanno dato sia
sbagliato

Apro la porta al pianterreno ed un forte, rapido gelido alito di umidità ed odore di muffa corre via dall'atrio d'ingresso
verso l'esterno, probabilmente desideroso di ritrovar i tempi perduti di tanti decenni fa. Il primo tratto di scale di pietra
( piccole, consunte, viscide e con una inumana pendenza ) sono ben illuminate : una finestra rotta in cima alla scala,
con le persiane divelte... fa penetrare un pò di luce e con essa tanta nostalgia. Accendo la Eagletac S200c2 al massimo
livello col diffusore artigianale ( durante l'intera visita si è dimostrato perfetto ) ; ho poi in testa la Spark SG-5 da accender
all'occorrenza se servisse... ed in tasca la Wizard con due 18650 di scorta.
Sotto ai piedi c'è ovunque sabbiolina sottile, sassi qua e là ed inevitabili ghirlande di colossali ragnatele che si potrebbero
tranquillamente scambiare per liane o amache... un sinistro venticello aleggia ovunque e l'atmosfera ovattata sembra, in
quel buio, che abbia del tutto dimenticato il mondo esterno e che voglia farcelo dimenticare pure a noi. Pian piano guardandomi
attorno procedo al primo piano dove il corrimano e il legno del parquet ormai è irriconoscibilmente bucato, smangiato
e corroso da tutti quei fattori di rovina che ad una casa dovrebbero rimanere sempre esterni ; si deve percorrere una
via aderente ai muri portanti strisciando le gambe... altrimenti i buchi nelle solette farebbero volare da basso il
malcapitato che non li vedesse. Poggio linearmente delle assi di legno al suolo per far sì che il peso del mio corpo si
trasferisca su una più ampia superficie, mentre cammino


Il terrazzo è pericolante : una lunga crepa corre per tutta la lunghezza e sporgersi a guardare da basso sarebbe una
operazione forse fatale. Mentre si cammina... un tonfo << Tlumb Tlumb >> con eco fa vibrare la soletta di alcune stanze
adiacenti.
Ovunque... oggetti alla rinfusa, tutti del periodo anni '50 / '60 : da libri a guide del telefono, da abiti a stoviglie, borse di
pelle, canestri, scale, tutto ciò che di uso esisteva in una casa. La prima evidenza per noi particolare è la pressoché
assenza di materiali plastici : non c'è niente che tradisca modernità o applicazioni recenti ( spine elettriche, elettrodomestici,
oggetti automobilistici ecc. ) ed al contempo vi son strani congegni presumibilmente per la lavorazione della lana o delle sementi.
L'alluminio, il cuoio, la ceramica, la carta ed il legno la fanno da padrone ; una particolarità è il sistema elettrico a vista con interruttori
in ceramica e fili che spariscono dietro ai cornicioni delle porte per riapparire nelle stanze di destinazione, nonché la cura
dei dettagli decorativi che qui e là si vedono sulle parenti intonacate più volte, probabilmente a causa della presenza di stufe
a legna e camini che nel tempo anneriscono sempre un pò i muri. Vecchi calendari, specchi coperti alla bell' è meglio da
tessuti forati dalle tarme, armadi degni del più bel film horror, ripiani macilnenti piedi di oggetti che hanno lasciato la
fotografia della loro ruggine alla base del legno, ove poggiano ; il legno si è curvato in più punti, creando bombature
innaturali o pance dove non esistevano.
Tutto purtroppo è alla rinfusa : c'è da spostare qualche mobile e cassa, valigia e cassettone per scoprir cosa contengono...
presupponendo come possibile la fuoriuscita di qualche topo. A volte è necessario aprir i contenitori da zone " secondarie "
eliminando la criticità della ruggine e le ante piegate che impediscono l'apertura del mobilio ; operazione difficile e a volte
impossibile. Nel passato qualcuno ha messo in molte borse di plastica - alla bell'è meglio - abiti ed altri oggetti nel tentativo
sommario di proteggerli... ma la soletta in più punti si è scrostata e anche parte dei calcinacci vivi inzuppati di acqua
hanno fatto cadere dal soffitto i materiali di isolamento che si usavano allora : fieno, paglia e tessuti grezzi mischiati alla
malta : il tutto a crear alla vista una strana alchimia visuale unita ad una sorta di intimo smarrimento. Il buio nasconde
poi tutto ciò che non è illuminato attorno a noi... sotto ai mobili, dietro ai cassettoni... nelle credenze le quali - come
gli specchi - creano continui riflessi sui muri. L'unica luce naturale che si vede è quella che filtra dalle persiane, dai fori
nel tetto, dalle poche finestre divelte coi vetri rotti.
In questo scenario di tenebra ed umidità mi muovo piano ed il diffusore sulla S200c2 permette di aver un grandangolo
di visione delle stanze attorno. Fino al tetto ci son tre piani e più si sale più bisogna fare attenzione ! I chiavistelli delle
porte si aprono a fatica, serve un sacco di Svitol per smuovere i cilindretti delle serrature più moderne oliando a volte
i cardini delle porte. Sulla testa e sulle spalle ragnatele e polvere a iosa... ovunque ; assi scricchiolanti, carta da parati
che scende a riccioli dai muri, sedie impraticabili e segni ammonitori di macchie di umidità sulle pareti che promettono una
disfatta architettonica prossima ventura.
Sui muri vari disegni di un bambino, a terra dei flaconcini di medicine in tubetti di alluminio ; raccolte di semi e di polveri
in ampolle, bottigliette di vetro e marmellate ammuffite in credenze con maniglie di vetro ; damigiane vuote, tappeti e
bacheche senza più chiavi.
Un elemento curioso sono i mucchietti di polvere di legno tarlato che stanno sotto ad ogni mobile o sedia... a terra creano
insomma " il negativo 2D " dell'oggetto soprastante, tanti son gli anni che sono passati dal momento che le varie generazioni
di tarli, succedendosi, hanno lentamente cominciato ad erodere quegli oggetti. I ragni morti hanno la muffa attorno alle loro
giunture e risplendon alla luce come bianche stelle catarifrangenti in un cosmo di legno, il soffitto macchiato. Molte sedie
hanno due gambe buone, una magari assente e l'altra per metà tarlata ; il legno - lì diminuito per volume - ha fatto riapparire
i chiodi una volta inseriti a livello del piano di seduta. E' come se su una persona, dimagrendo troppo, fossero visibili le ossa.
Non ho messo foto della casa giacché devo ancora trasferirle dalla macchina fotografica ma anche perché viver una visita
così è del tutto diverso dal vedere solo quache foto, è quasi riduttivo insomma.
Sono passate - senza accorgermene - circa 4 ore da quando la prima porta scricciolante si è aperta... poi visitando
anche il giardino esterno oramai ridotto ad una catasta di rami secchi, alberi caduti ed intrico di erbe ; è stata una
visita che mi ha arricchito, spero tanto che in futuro ci siano occasioni come questa. Il tempo in quella casa si è
fermato agli anni '50 / '60 , un piccolo cammeo decadente in cui poche persone saprebbero assaporare un oscuro
fascino che ammette una disfatta... ma promette anche la vittoria sul tempo.
Qualche oggetto... :

Un lucchetto scardinato, era sopra ad un baule di cartone

Una scatolina anni '50 di crema viso : ora contiene dello spago di lino


Un reperto votivo di grande valore, della mia bisnonna

Lucido per scarpe anni '60
Ed infine...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...Due celle Superpila zinco carbone SuperOro Volta da 3 V. ! ( Hanno ancora 0,60 V. di tensione



...Ho cercato... ma niente torcia d'epoca !

