Cambiato il titolo per renderlo più comprensibile. Bel Thread, concordo con Stefano.
Come prima cosa sarebbe penso da valutare il
tipo di pericolo e diciamo
l'entità del pericolo stesso
( poco allarme ? medio allarme ? super-allarme ? ) tanto da porsi l'interrogativo seguente : meglio
stare al chiuso in sicurezza... o meglio scappare ( perchè non c'è luogo sicuro al chiuso ? ). Dopo
aver trovato la risposta sarebbe da valutare quali oggetti raggruppare che si ritiene senz'altro
indispensabili : a seconda della stagione, del numero di persone che si è ecc. ci son 1000 variabili.
Si parte tutti, oppure si difende una posizione ? ( dato che credo non si vorrebbe abbandonare
nessuno... ). La tempistica qui è determinante : se ho molto tempo posso ragionar con calma, se
ho poco tempo si ragiona di istinto e non per esperienza " accumulata mentalmente " : va da sè
che prima si salva la pelle meglio è... . Oltre a ciò dovrei capir se le persone che troverò all'esterno
degli abitati siano " amici o meno " : se è un'occupazione incivile dovrò guardarmi di avvicinare le
persone ; se invece è un terremoto / inondazione ecc. va da sè che le persone saranno impaurite
e probabilmente non violente ma solo desiderose di sicurezza. Se è notte poi mi comporterò in un
modo diverso dal giorno.
Nella " scaletta " metterei come priorità : trovare chi si ama e raggrupparsi - a seconda del tempo
disponibile trovare tutto il minimo necessario - chiamare aiuto in qualche modo.
Nei pericoli sopra citati metto anche i casi di disordini civili in cui una manifestazione
socio-politico-sportiva
apparentemente tranquilla diventi - per chi sta in un bar o in strada - un'autentica scena da far-west... .
I punti di raggruppamento sarebbero forse da intendersi - a seconda dei casi - dove esista un rifugio il
più possibile stabile... ; senza la tecnologia l'uomo retrocede di millenni nel trovar risposte ai bisogni
primari e, differentemente dai nostri
ex-ex-avi... noi non abbiam esperienze dirette per risolvere
al volo problematiche di sopravvivenza, se si parte " dall'aver nulla con sé ". Il senso di " tribù " ( che
supplisce ad un eventuale bisogno del singolo ) nella nostra società individualistica manca, dunque non
so proprio in certi casi come si farebbe facilmente a gestire una situazione " seria ".
C'è un film del 1974 ( "
Terremoto " in Italiano ) che rappresenta in tutte le sfaccettature una corsa
disperata di varie persone verso la salvezza ( nessuno sa cosa fare ) lungo vari giorni : film
realissimo
che consiglio, perchè mostra molti errori mai da compiere in date situazioni. Infatti col terremoto
si assiste anche a molte altre calamità : allagamenti, disordini civili, malattie, razzie e sciacallaggio.
Click qui. Vedendolo ho capito perchè sia " obbligatorio " in date evenienze aver con sè abiti, una torcia,
un coltellino svizzero, una corda lunga 20 metri e molto cibo. L'errore grossolano che nel film uccide più
persone è quello, per loro, di credere che " qualcuno oggi verrà a salvarci " : ognuno allora mantiene le
sue abitudini routinarie e non accettando il pericolo da esso vien man mano sopraffatto. Scusate se
mi son dilungato !