A occhio era riferito alla tensione disponibile al momento di iniziare la fase di ricarica... non al valore letto alla fine della stessa, che costituisce appunto la corrente X erogata alla batteria partendo da una tensione Y ignota, per portarla alla tensione Z nominale, una volta arrivata alla quale il charger interrompe il processo di carica...Giancarlo ha scritto:Ti rispondo punto per punto perché hai considerato diversi elementi:
• Non valuto "a occhio" ma leggo i valori in mAh forniti dall'analyzer a fine carica. I valori indicati rappresentano quanta corrente di carica è stata aggiunta alla batteria per portarla al valore massimo consentito. Se all'inizio della carica la batteria era al minimo della capacità consentita il valore della carica "aggiunta" corrisponderà alla capacità della batteria.
• Non testo o carico mai batterie di diverso tipo, sebbene l'Opus abbia slot separati.
• So bene che l'Opus scarica (e carica) le batterie sino alla tensione idonea ma lo fa non solo durante il Charging Test ma ogni volta che performa l'operazione di scarica (e carica), quindi non è questo aspetto ad inficiare il mio "sistema casareccio".
• Ho fatto il Charge Test sulle stesse 4 Nitecore 18650/3400 appena acquistate (verifico sempre le batterie nuove) e, a parte qualche decimale, ho ottenuto lo stesso identico risultato ottenuto col mio sistema di semplice scarica-ricarica.
• A questo punto ci si può chiedere: "ma allora a che serve il Charge test?" Presumo per verificare la capacità della batteria di caricarsi e scaricarsi correttamente nonché l'effettiva capacità in mAh. Il mio semplice "sistema" non verifica al 100% la capacità di scarica visto che spesso le batterie arrivano già quasi scariche, o cariche a metà, e quindi non effettua un completo test di scarica come sarebbe partendo da una batteria ben carica. Magari una cella ha difetti che si presentano solo verso la soglia di carica o scarica, e il mio "sistema" ovviamente non verifica tutto questo. Un'altra ragione per il Charging Test potrebbe essere quella che il caricatore misura la capacità della cella sia in fase di carica che di scarica e in questo modo non solo li può confrontare per un risultato più preciso ma viene a conoscere l'effettiva capacità della batteria scoprendo i due limiti estremi della stessa: il minimo e il massimo dei valori di carica/scarica consentiti per non danneggiare la cella.
• L'unico vantaggio sicuro del Charging Test, a mio modesto parere, è quello di verificare il comportamento della batteria durante una completa fase di scarica, cosa che io non faccio limitandomi a scaricare la corrente disponibile al momento dell'arrivo delle batterie. Ovviamente anche quello di poter misurare la capacità della batteria due volte: in fase di carica e scarica.
Naturalmente ho ragionato sulla base dei pochi elementi di conoscenza a mia disposizione e non escludo che possano esserci errori anche basilari.

Diverso è far scaricare la batteria del charger, che in questo caso farà il processo contrario, cioè partendo da una tensione X ignota, la porterà alla tensione Y nominale, una volta arrivata alla quale il charger interrompe il processo di scarica...

A questo punto mettendo in carica la batteria scarica, alla fine dell'operazione si ha una stima "ragionevole" della reale capacità della batteria... bisogna tener conto che le batterie LiIon necessitano quando sono nuove di un periodo di "rodaggio" per dare il meglio, quindi le prime misurazioni saranno un po' così...

Il processo Charging Test automatizza il tutto, ovvero provvede a scaricare la batteria e fa ripartire la carica, dando alla fine la stima della capacità senza ulteriore intervento...
