Partendo dal presupposto che sai distinguere una batteria genuina da una fake, tutto si può fare...
Per fare le cose per bene, per prima cosa prendi carta e penna, perché dovrai scrivere alcuni dati, che a bocce ferme ovvero a cella/e ricaricata/e è difficile ricordare...
Per prima cosa inserisci la/e cella/e nel charger e annota il voltaggio attuale "riferito" della/e cella/e, che per qualsiasi motivo hai usato scaricandola/e...
Cioè il tuo charger riferisce 3,6 Volt, la corrente di carica "bersaglio" è solitamente 4,2 Volt, in sostanza caricando la cella devi "recuperare" quei 0,6 Volt consumati, ovvero 1/6 della tensione "nominale" di una cella LiIon qualsiasi (generalmente 3,6 V)...
Ammesso che il tuo charger in "conformità" alle specifiche dichiarate, riceva una corrente di alimentazione corrispondente a quanto richiesto, ovvero che l'alimentatore esterno usato eroghi almeno 5V e 2A in entrata e che quando è impostato a 1A di corrente caccia effettivamente un Ampere...
Veniamo al caso "pratico"... 1/6 della tensione nominale equivale a circa 1/6 moltiplicato un fattore 1,4 - 1,6 di corrente da immettere nella cella per ricaricarla al "netto" della dispersione in calore che avviene durante il processo stesso (effetto joule) quindi se per esempio la cella è da 3000 mAh, un sesto equivale a circa 500 mAh, moltiplicato 1,4 - 1,6 abbiamo 700 - 800 mAh, quindi immettendo una corrente di carica di 700 mA - 800 mAh, la cella si "dovrebbe" caricare in circa 1 ora, quindi è importante annotare il tempo di carica delle varie celle "testate", in un secondo tempo puoi effettuare la media dei tempi di carica e quindi trovare un tempo "medio" di carica per cella, su cui basare i "ragionamenti" futuri...
Se il charger non ha la possibilità di impostare con "precisione" la corrente di carica, ma ha correnti di carica preimpostate, per esempio 0,5, 1 e 2 A il calcolo del tempo va "rapportato" alla corrente di carica, cioè se carichi a 1 A immetti più corrente di carica dei suddetti 700 - 800 mA, quindi il tempo di carica non sarà più di circa 1 ora ma risulterà circa 48/50 minuti, ulteriore motivo per cui è opportuno annotare tutto...
Se i tempi di carica non rientrano nella "normalità" di cui sopra, ovvero se sono sensibilmente inferiori vuol dire che la cella non ha più la capacità nominale e quindi è prossima a dover essere smaltita, se viceversa sono sensibilmente superiori vuol dire che la cella ha una resistenza "interna" maggiore del normale, questo è di solito dovuto all'invecchiamento "naturale" della cella come per la perdita di capacità di cui sopra e/o a utilizzo improprio, tipo sovra scarica con lunga permanenza della cella in quella condizione, ovvero non è la sovra scarica che rovina le celle, ma il fatto che dopo averle sovra scaricate, non le si ricarica immediatamente, in una cella con alta resistenza interna, durante la ricarica la cella si scalda più del normale, quindi se per esempio metti 2 18650 a caricare nel charger, a parità di parametri di carica, una cella si scalda molto di più dell'altra, basta poggiarci un dito sopra per verificare la differenza, allora è il momento anche in questo caso di smaltire quella che si scalda di più...
Ovviamente i "calcoletti" di cui sopra sono "validi" se tutti i parametri sono rispettati, per esempio se il charger "dicesi" caricare a 1A e poi carica a 0,5 A la questione non "torna" in quanto i tempi di carica si allungano, va detto che tra i charger da "battaglia" pochi sono precisi, vuoi per la natura economica intrinseca all'oggetto stesso, vuoi per la "scarsezza" degli alimentatori esterni collegati alla rete utilizzati, in sostanza le varie ed eventuali dovute alla catena di apparecchiature elettriche/elettroniche utilizzate fa si che ognuno potrebbe ottenere risultati diversi, però una volta verificate le varie celle con i mezzi a disposizione, per questo è importante prendere appunti, ipotizziamo un caso pratico, al netto di quanto carica "realmente" il charger, se per caricare una cella impieghiamo sempre "tot" tempo a parità di voltaggio di partenza e la cella non si scalda eccessivamente durante la ricarica è più che ragionevole ipotizzare che la cella sia in buone condizioni, viceversa se la cella impiega sempre meno tempo per essere ricaricata e a fine ricarica scotta vuol dire che la cella va smaltita....
Per misurare il voltaggio della cella sarebbe meglio usare un multimetro esterno, inutile specificare che dovrebbe essere "preciso", perché il voltmetro presente nei chargeretti da battaglia non è preciso al millesimo di volt, in sostanza se la cella sta a 3,56 V oppure a 3,66 V lo strumento interno "arrotonda" a 3,6 V quel decimo di V di differenza comporta un aumento o una diminuzione del tempo di ricarica che varia tra una manciata di minuti in più o in meno per completare la ricarica, generando confusione nel test "casereccio"...

Meglio una torcia oggi che il buio domani...