In un vecchio baule rimasto chiuso per 70 anni
Inviato: 19/05/2012, 10:17
Da amante delle torce d'epoca avevo già da molti anni notato un genere di torcia
che non ho mai potuto trovare sana nè integra, si tratta di un raro tipo che per
sue caratteristiche generali è pressochè identica ai primi modelli storici - nati sul finire
del 1800 - di torcia tascabile ad uso civile, denominata " Torcia Hubert " e con
altri nomi a seconda che la produzione ricevesse marchio nel paese d'origine o in altro
paese ( in Italia fu la ditta " Fratelli Pagani " di Milano a costruirla ). Dicevo, torcia
rara a rinvenirsi, e soprattutto difficile poterne ritrovare una integra senza troppi
danni o ruggine. Settimane fa girovagando sul web mi sono imbattuto in un' inserzione
ove si presentavano degli stock di lampade d'epoca che si vendevano, e, in un remoto
e minuscolo angolino... ho notato in secondo piano proprio la torcia che da secoli
cercavo...

sul prezzo. Costa un botto ma nella scelta rifarei l'acquisto...

ha detto che la torcia è stata trovata tempo fa in un baule rimasto chiuso più o meno
70 anni, ho capito allora al volo il perchè di una torcia diciamo generalmente così ben
conservata, probabilmente appartenuta a un bisnonno : chissà, forse " Torciaro " come
noi

La ditta produttrice ( di cui sotto il Marchio ) oggi è conosciuta sotto il nome di " Velamp ",
dunque esiste ancora.

Prima di presentarvi la torcia in alcuni semplici scatti ( perdonate la pochezza di qualità delle
fotografie ) mi immagino il dialogo che sarebbe potuto nascere tra due gentiluomini nella fine
dell'800, alla sera, mentre scostandosi dai viali debolmente illuminati dai lampioni a gas uno
tra i due estraeva dal fodero del suo panciotto di cotone una torcia simile.... :
<< ...La sera già sopraggiunge sulle nostre teste, caro mio filantropo ; non fosse per il
progresso della tecnica mi troverei già in brache di tela e il dialogo tra noi si chiuderebbe
or ora tosto non potendo Io accompagnar la vostra persona al desiato uscio ove v'aspetta
una gioiosa prole e una moglie sorridente >>.
<< Che dite, non vorrete traversare quelle tenebre senza che io chiami un lume prelevandolo
da sotto il portico ? E dove continuereste la camminata, senza il medesimo che vi dà luce ?
Orvia, non ve ne crucciate, me lo renderete domani assieme agli zolfanelli ! >>
<< Eh, signore mio... stavo proprio confidandovi un sigreto sì picciolo, ma curioso... che
senz'altro non porrà tedio ai nostri discorsi. Lo speziale del paese, qual certo Adarturo
che Voi pur conoscete, m'ha consegnato pochi giorni innanzi ad oggi un regalo prezioso
che non ebbi prima l'ardir di comperar di mia tasca, per via del costo ; trattasi di una
luce portatile che e di giorno, e di notte, vi dà l'agio di riporsi a titolo di salvaguardia
nella bisaccia ; e se le tenebre e la notte vi minaccian, a baluardo della vostra sanità
tal artifatto vi rifarrà rinvenir e la strada persa, e la chiave smarrita, o il cappello a terra. >>
<< E di che si tratta, non vi burlerete di me ? Non rinveggo infatti alcunchè nella vostra
persona, quali lampioni o candele, fiaccole o braceri ! >>
<< Vi mostro ora una torcia elettrica, sì vien chiamata : alimentata con due pile che trattengon
l'energia che pur muove quei giganti motori alla centrale ove i nostri dipendenti lavorano, così
pure le due picciole batterie danno alito vitale alla sua fiala ad incandescenza la quale, luminosa,
voi potrete sempre accendere dissipando così il buio e il grigio tremore che un luogo inospitale
data la sua pochezza di luce v'addurrebbe. Già io l'ho usata due volte per svariati minuti, e la
luce perdura ancora ; l'altra sera, la stessa Loretta Giolitti m'ha formalmente ringraziato in
una lettera privata a me indirizzata per averle ritrovato l'amata spilla del fratello persa pochi
minuti prima mentr' Ella estraeva dalla sua borsa francese una sciarpa a lenir lo sferzo del
vento. Acciocchè potessimo noi parlar nuovamente assieme, mi invitò a cena, per il Sabato >>.
<< Orbene ! Che gran cosa, questo curioso cilindretto. Me ne darete prova doman sera, me lo
promettete ? >>
<< Certo che sì, ma ora è tardi e devo tornar all'agognato uscio, come già vi dissi, e non temo
certo da ora il buio della notte ! Chissà mai, caro amico, che i figli dei nostri figli possan prodursi
a crear torce ancor più luminose della medesima che ho tra le mani, e più durature ! >>.
<< Lungi da me il contraddirvi ; ma tal ipotesi mi par alquanto strana, e troppo fantasiosa >>.

Ecco la torcia dei Fratelli Pagani :












La torcia si compone di un cilindro centrale in ferro cromato, una testa a pressione con molle
di rientro laterali che fissano il vetro premendolo ad una rondella di robusto cartone attorno
alla lampadina, un tailcap di alluminio con l'effige della farfalla dei F.lli Pagani stampigliata a
pressa, una molla in metallo al polo negativo, un pallino di ferro a molla per la funzione
" Momentary On " azionabile anche a livello perpetuo con il tasto a scorrimento direttamente
a lui retrostante. Qualcuno potrebbe dire... " peccato solo per quella fragile lente sporgente,
è un miracolo se dura un giorno... " ; in realtà quella lente è un vetro emisferico di più di 1
centimetro di spessore al punto centrale

del corpo torcia. Non so il tipo di batterie che usava ( presumo 2 batterie da 1,5 Volt ) e i
Lumen che forniva ( dovrebbero essere non più di 5 / 7 ) ; l'anno preciso di fabbricazione non
lo conosco, penso che si situi tra la prima decade e l'inizio della terza decade del 1900, non oltre.
Per assurdo, una batteria 18650 o due RCR123A lì calzano a pennello ; guarda caso ho già un
bulbo a led libero per un ipotetico drop In... ( non fatevi venire strane idee....

Ora, per esser realmente apposto mentre userò la torcia, devo solo trovare questi abiti ed
inoltre questo tipo di auto.

Ringrazio tutti gli uditòri gentiluomini qui accorsi : i quali, con docilità ed impegno, presenziaron
a legger questa lunga lunghissima stesura.
