genesi di una “SARACCA romagnola”

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ppozzati
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genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da ppozzati » 06/06/2011, 15:05

Un po’ di tempo fa decisi di farmi realizzare da un artigiano hobbista di mia conoscenza, una “SARACCA romagnola” a molla fissa dorsale, su mie specifiche .

Il coltello E' un pezzo unico, coerente (nei materiali e nelle forme) con la produzione del periodo storico di riferimento (l' Ottocento).

Ecco le Caratteristiche della mia "saracca" romagnola,

- Lunghezza aperto cm 35,5
- Lunghezza Lama cm 15,5.
- Spessore lama mm 3
- Manico in punta di corno di bufalo
- Lama in Acciaio al carbonio
- 3 scrocchi
- perno di rotazione e secondo ribattino montati su raparella d'ottone

Qui di seguito voglio riproporre i vari steps di lavorazione, accompagnati dalle foto ricevute dall' artigiano.

Cominciamo.
Ecco la lama sbozzata: sono già presenti i "colasangue" su entrambi i lati .
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Mancano i tre “scrocchi”, come si può notare.
La molla è già completa : ricciolo e puntina posteriore di ancoraggio (La punta della coda della molla , come da tradizione , si "ancora" nel corno .
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L ' anello di sblocco è pronto . E’ in acciaio al carbonio , battuto a caldo . Ci sono leggere imperfezioni sulla circonferenza ma non si è voluto spingere troppo sulla rifinitura dell’ elemento per non snaturarlo.
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E’ arrivato il momento dell' impugnatura...
Si parte da un bel corno nero di bufalo (africano, hanno detto i fornitori),
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Il corno viene lavorato con il metodo classico: intenerimento con acqua calda (portata quasi a ebollizione) e successiva messa in morsa per conferirgli una forma sufficientemente dritta (al naturale il corno sarebbe troppo contorto per consentire di ottenere il profilo desiderato dell'impugnatura).
Sagomatura e scavo (per l'alloggiamento della lama) manuali.
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L’ impugnatura della "saracca" prende forma con metodi di lavorazione ed attrezzi d'altri tempi (lo scalpello con il manico in legno che si vede sulla morsa era del nonno del coltellinaio , …. classe 1890).
Allora... si va avanti...
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I tre “scrocchi”, a detta dell'artigiano, funzionano bene e fanno il loro bel rumore, come si conviene.
Si possono già notare le "raparelle" di ottone con i perni inseriti.
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Il perno di appoggio lama coincide con la battuta sullo scavo anteriore del corno con buona robustezza dell'insieme.
La molla a cavaliere (2 viti di fissaggio) è di media elasticità, ha il suo nerbo (gli dà carattere) ma è ben gestibile.
In questa fase l 'artigiano sta già provando il coltello e il suo meccanismo per la messa a punto finale.
Il mantenimento in posizione della lama in chiusura in questi coltelli con molla a cavaliere e perno lama basso, storicamente (e conseguentemente tecnicamente) si realizza con una semplice chiusura ad incastro della lama dentro lo scavo del manico.
L'artifizio, realizzato da diversi coltellinai, in molti esemplari consisteva in un leggero disassamento nel tratto finale dello scavo (disassamento che non si deve notare) che forzava la lama nello scavo stesso.
In altri esemplari la lama tirava leggermente di lato, in altri lo scavo era volutamente un po’ stretto (questo non è il massimo),
L'artigiano , su mia indicazione, ha optato per il primo sistema e devo dire che il sistema funziona egregiamente.
Lo spigolo vivo anteriore del manico è stato smussato (come da mia indicazione).
Controllati i movimenti e finalizzate le finiture , questo pezzo unico (in tutti i sensi) , ha visto la luce....
L' artigiano ha adottato una finitura opaca per il manico , senza per questo farmi rinunciare a godere della bellezza delle venature naturali del corno.
La molla e la lama in acciaio al carbonio non sono troppo lucide (un po' "opache"; dunque) e possono riscontrarsi leggeri segni di lavorazione.
Io l’ ho orientato verso una finitura “utilitaristica”, coerente
con quella che probabilmente facevano all'epoca per questo tipo di coltelli .

Ecco qua !!!
Il mio artigiano ha terminato la mia "saracca" romagnola.
In queste immagini, belle nitide , quindi si vede ogni minimo segno , perfino le impronte delle dita.
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Impressioni:
Il coltello è ben bilanciato e si impugna bene.
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La lama è ben affilata.
Il tallone della stessa si appoggia sia sul corno che sul perno ferma–lama (il secondo ribattino), oltre ad essere ben inserita e bloccata con gli “scrocchi” sulla feritoia della molla.
La molla è lunga, in appoggio su buona parte del manico ed è leggermente incurvata.
Ha un buon "nerbo" ma , con la sua “armonicità”, basta tirare (quel che basta) l' anello con l'indice che si disimpegna senza difficoltà.
Si è cercato, tecnicamente , di raggiungere un buon compromesso tra elasticità e resistenza.

Il coltello E' un pezzo unico, coerente (nei materiali e nelle forme) con la produzione del periodo storico di riferimento (l' Ottocento).
L'insieme risulta "cattivello" il giusto e storicamente coerente (inquadrabile nel novero dei tipici coltelli dell'800 nello Stato Pontificio) …
Un oggettino "svelto" per un'ipotetica (storica) rissa da osteria, ottenebrati dai fumi del corposo Sangiovese.... (BARONTI docet)…

Ultima cosa …in dirittura d’ arrivo ho fatto “scaricare” dal coltellinaio un po' il materiale in punta alla lama, creando un accenno di contro-filo... ...

Che dire? Sono estremamente soddisfatto !!!
:D

Paolo

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mefistofele86
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Re: genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da mefistofele86 » 06/06/2011, 22:05

Che bel lavoro ti sei fatto fare Paolo! Lo trovo piuttosto grosso ma apprezzo molto le ricostruzioni storiche. Complimenti all'artigiano che sa il fatto suo ;-)
Se non sono indiscreto.. quanto costa farsi fare qualcosa di simile?
:)

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Re: genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da alfapad » 06/06/2011, 22:15

Molto bello davvero! Soprattuto per la ricostruzione storica.
Surefire: Varie C2 con vari pezzi - 6PDL - U2A - E2D EagleTac: P20C2 MkII - M3C4 Xm-l - D25A clicky Ti Xeno: E03 neutral Nitecore: D10 SP camo - D11.2 - Extreme SolarForce: MPP1 Inforce mil: Color Petzl: Nao Sunwayman: V10R
In arrivo: Drop ins vari
Nel mirino: Drop ins vari

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Re: genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da ledino » 06/06/2011, 22:44

Bello, cavolo complimenti anche all'artigiano.
Non capisco una cosa , quindi da un corno si tira fuori un solo manico?

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ppozzati
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Re: genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da ppozzati » 07/06/2011, 9:44

mefistofele86 ha scritto:Che bel lavoro ti sei fatto fare Paolo! Lo trovo piuttosto grosso ma apprezzo molto le ricostruzioni storiche. Complimenti all'artigiano che sa il fatto suo ;-)
Se non sono indiscreto.. quanto costa farsi fare qualcosa di simile?
Intendi "grosso" come dimensioni generali? I coltelli di quella tipologia solitamente erano "importanti" come dimensioni...
Per quanto riguarda il costo non sei assolutamente indiscreto, però per una questione di riservatezza verso l' artigiano (con cui ho un rapporto particolare) preferirei che ne parlassimo in PM.

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ppozzati
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Re: genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da ppozzati » 07/06/2011, 9:47

ledino ha scritto:Bello, cavolo complimenti anche all'artigiano.
Non capisco una cosa , quindi da un corno si tira fuori un solo manico?
Nel caso specifico , si ... viste le dimensioni del "ferro" serviva un corno intero, anche perchè si adopera solo la parte terminale dove il corno è uniforme e compatto (la punta di corno , appunto).

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Re: genesi di una “SARACCA romagnola”

Messaggio da ppozzati » 07/06/2011, 9:48

alfapad ha scritto:Molto bello davvero! Soprattuto per la ricostruzione storica.
Grazie, grazie !!! :D

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