Entrare in miniera è per me sempre un'esperienza entusiasmante, un pò come si ritornasse bambini...
sapendo che l'indomani si incontreranno amici che da tempo non si vedono o che potranno esserci magari
anche degli imprevisti da risolvere si corre il rischio di non dormire
.Il tutto parte settimane fa con l'idea di scoprire quanto ancora rimanga delle vecchie attrezzature che dormono
da 80 anni nel fondo ( si spera non allagato ) di un antico reticolato di camere cosiddette " di coltivazione " che,
per oltre 3 km. di cunicoli passano dalla cima di una montagna fino a valle, con un dislivello di più di 350 metri
in discesa
.Praticamente si cammina in alta montagna... si sparisce dietro alcuni enormi massi... e si sbuca a valle... passando
letteralmente sotto a paesi abitati, strade in asfalto e fiumiciattoli. L'idea è singolare
...anche se una minieracome quella che abbiamo voluto visitare è da decenni abbandonata, priva di protezioni e del tutto in balìa
di possibili frane, crolli o inondazioni. Tali imprevisti sono elementi che giocano a sfavore affinché possa
ufficializzarsi un giorno un contesto di visite guidate ufficiali.
...Anzi... probabilmente la miniera non sarà mai più aperta... e si rischia che tra qualche decennio un giorno
crollino i passaggi per poi sparire per sempre nel ricordo degli ultimi che lì, cinquanta e più anni fa, ci hanno
lavorato duramente.
Si sa che da tempo la miniera è saccheggiata... giacché essendo mappata si conoscono gli ingressi principali
( ora sbarrati ) e... talune vie secondarie
.Con alcuni conoscenti si decide dunque di tentar l'entrata e, avendo un pò di esperienza su cosa ciò comporti,
decido di far parte della spedizionepre disponendo il giorno prima quel necessario in uno zanetto da 25 lt. nero
come il carbone. Saranno tre piani di reticoli in piena oscurità con rocce taglienti, fango e polvere in quantià
industriale e... si spera aria corrente... senza ristagni di gas.
Il giorno seguente dopo aver mangiato a Mezzodì raggiungo il gruppo e facendo venti minuti di strada visitiamo
l'entrata ; si parla un pò assieme e si stabiliscono le priorità, contiamo tutto ciò che si ha con sé o manca.
Con me ho portato... :
Giacca con molte tasche capienti,
marsupio a tracolla,
scarponi antinfortunistici
elmetto con due torce : Rofis JR20 ( medio tiro ) e Zebralight H60 ( flood )
Sky Ray King , Crelant 7G9 , Fenix TK35 ( prestata )
diversi piccoli starlight
lampeggiante verde Strobo Beaver per sub
Zainetto... con :
Macchina fotografica
1 lt di acqua
rotolino di spago
spago e calamita
metro da sarto
accendino BIC
carta e penna
sacchetto di biscotti
filo di ferro plastificato in pezzi da 15 cm. cadauno
fascette da elettricista
bandella segnaletica da cantiere per pericoli
catarifrangenti
guanti antitaglio
salviettine deumidificate
molte batterie di ricambio
fazzoletti di carta
20 mt. di corda di nylon grossa con moschettone
telefonino ( che in miniera non serve - non ha campo )
coltellino svizzero + Opinel
ombrellino e K-Way
sacchetti e borsette di plastica
maglietta di ricambio
( ...probabilmente altro che non ricordo )
...Dal gruppo iniziale praticamente restano soltanto nuovi aderenti che conosco a malapena, di cui uno però
abitando fin da ragazzo nella zona conosce bene l'interno delle miniere dato che molte volte entrandovi
ha ivi segnato le vie con chiare indicazioni e catarifrangenti bianchi.
Sento i primi discorsi e comincio a ricredermi sull'affidabilità di alcuni del gruppo... << il caschetto lascialo
in macchina, tanto non serve >> (
) ; << ho preso la torcia a carica che uso quando devo trovare la serratura di casa, basta e avanza quella ! >> (
) ... << facciamoci due birre medie che poi si trova sempre la via d'uscita, anche senza volerlo >> (
).
... Per loro era praticamente una gita in spiaggia... mancavano le infradito
. A lato dei primi discorsi più o meno seriamente si incomincia ad entrare all'imbocco delle gallerie
.La prima discesa risulta esser difficile visto lo stretto cunicolo che dà il passaggio ai locali sotterranei laddove
iniziano le gallerie vere e proprie, intervallate dai pericolosi coni di scarico e dalle varie tramogge ancora
cariche delle tonnellate di materiali che dalle superiori " zone di coltivazione " erano il punto di sbocco per il
minerale verso i piani sottostanti.
La difficoltà in tutto il tragitto è stato il camminare accucciati per molti metri su ghiaie mobili in discesa o
in salita le quali hanno affaticato molto le gambe tanto da renderci conto che - sebbene internamente
l'aria fosse fresca e corrente - si sudava da matti. Per fortuna il fango è stato pochissimo e le rocce - almeno
nel nostro tragitto - si son mostrate abbastanza stabili se non per un crollo che per poco non mi ha fatto cadere
da un passaggio... tanto da restare penzoloni su un sentierino, aggrappato ad un ferro sporgente... senza però
farmi male
.Molte le cadute e i colpi contro il " soffitto ", sempre fortunosamente attutiti dal caschetto ( senza cui è
inutile entrare in miniera ). Quattro ore circa di viaggio all'interno della terra... per trovare infine il
piccolo magazzino di arnesi ancora esistenti al terzo piano finale dell' antico impianto. Carrellini arrugginiti che
si muovevano ancora agilmente sulle rotaie... scarponi logori con muffe e vecchie scritte, rottami e ferri
di ogni genere, tubazioni, scambi, materiali di risulta e vestiario vario di decenni fa, lucerne ad olio, spuntoni
e molte cose ad oggi restate " inclassificate ".
Ho perso due volte a terra la Rofis JR20 dopo solenni zuccate sulle pietre ( torcia ammaccata ma perfettamente
funzionante ) ed una volta la Zebra H60, finita a terra nel fango.
Inutile dire che le torce dei compagni di viaggio hanno dato per quasi la totalità dei segni di cedimento entro
la mezz'ora di uso
, tanto che i poveri ingenui non riuscivano a vedere ad un metro dal loro stesso piede.Figuratevi come sarebbero potuti uscire con tranquillità... con torce da 3 Lumens ( Click ), o variabilmente da
50 Lumens di potenza e batterie " China-Style " pagate 10 volte il reale costo su E-Bay ( 10 Euro l'una, comprese
caricabatterie e cella Ultrafire )
. Credo che " qualcosa " di questa esperienza sia rimasta nel cuore di chi vi ha partecipato... non fosse
altro per qualche livido e taglio che la mattina sarà apparso sulla testa ( causa mancanza di caschetto )
o la paura di non poter proseguire da soli ( causa le " torce giocattolo " che non facevano luce neppure a
batterie cariche...
).In tutti questi amici... un' " insana e meravigliosa " voglia di diventar torciari !!!
Alcune Foto ( di qualità pessima... ) Quiiiii : https://picasaweb.google.com/1171477367 ... 9yfyLbmbw#
) ; 
... poi il resto 