Il fiasco impagliato

Le vostre escursioni e i vostri viaggi con al fianco le vostre fedeli torce.
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P.P.
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Il fiasco impagliato

Messaggio da P.P. » 01/02/2012, 18:18


Immagine

L
a luce della lampada ad acetilene appena restaurata di un amico come
miccia esplosiva di tutto... in un tranquillo pomeriggio di Sabato che mi
prometteva un caldo caffè seduto comodamente sul divano e qualche
ora di chiacchierata tra amici. Comincia spesso tutto così, un buon ricordo
dura per anni e vivendo dentro di noi come forza motrice a volte fa cercar
di vivere nuovamente le stesse sensazioni in qualche altro modo. Molti anni
fa quando nelle miniere non c'erano luci elettriche ad illuminare gli ambienti di
lavoro i poveri uomini costretti a lavorare lì 14 ore per sbarcar il lunario si
affidavano a pochi oggetti che li avrebbero accompagnati nella notte eterna
della miniera, e, al di là dei vari attrezzi perforatori e del caschetto di metallo
l'unico appiglio mentale che potessero avere con i ricordi del mondo esterno
era la tenue e vivace fiammella della propria lampada ad acetilene alimentata
da sassolini bianchi di carburo che, inumiditi dall'acqua, producevano gas
combustibile generando per circa 3 ore di autonomia il classico sistema di
illuminazione portatile da miniera ; erano gli anni '30 , '40 , '50 e '60 dello
scorso secolo. Una lampada del genere è stata acquistata tempo fa da un
amico e restaurandola ha ripreso il vigore d'un tempo, diventando in quel
pomeriggio la protagonista dei nostri discorsi fino a spingerci a desiderare
di tornar in montagna là dove tempo prima era stata acquistata in uno
spiccio e temporaneo mercatino di nicchia creato da appassionati davanti
alla vecchia disabitata casa cantoniera dei minatori, ora adibita a rifugio
di montagna.

Si decide di partir senza fretta da un punto a circa 1100 metri s.l.m. per raggiungere
circa 1650 metri s.l.m. dove incominciano gli sbocchi e le entrate delle miniere. Giornata
fredda, incomincia debolmente a nevicare e ci son sulle montagne dei lontani nebbioni.
Il tempo di tornare a casa per preparare torce e.....

Attrezzatura scelta :
Torcia primaria : Lumintop Terminator TD15X ( 2 X RCR123A )
Torcia ausiliaria : Sky Ray XM L T6 ( 1 X 18650 ) e la piccola Saik SA15 ( 1 x RCR123A )
+ una multiled a 64 led da 5 mm. di diametro montata sul casco da minatore.
Marsupio multitasca e taschina per cintura per le batterie di scorta.

Abbigliamento :
Giacca stile Barbour, berretta di cotone, anfibi militari e abiti caldi !
Zainetto leggero con all'interno.....
Macchina fotografica, ombrellino pieghevole, guantini a mezze dita in
cotone, sacchetti in plastica, caschetto da minatore modificato con
lampada 64 multiled frontale. Succhi di frutta da bere, qualche plum cake
al limone
da mangiare.

Ulteriori necessità :
Far sapere dove si va ed a che ora si tornerà approssimativamente,
guardare qualche immagine di Santa Barbara per riconoscere eventuali
statuette vicino alla miniera ( S. Barbara è la protettrice di coloro
che maneggiano esplosivi Immagine ).

Alcune impressioni :
Arrivati al parcheggio dove sta il rifugio con le ultime cascine diroccate
ancora esistenti incomincia il freddo e monotono sentiero che anonimamente
sembra nemmeno ci inviti a seguirlo, a portar senza troppi riguardi i
camminatori verso la cima della montagna ; nessun cartello, nessuna vestigia
di ruderi, nessuna attività umana recente che si scorga tra i prati... solo un
monotono solco ghiacciato che serpeggia verso l'alta nebbia dietro cui, mi
promettono i due amici, stà il ghiaione con le casette dei minatori in rovina
ove si scorgeranno poi le entrate alle miniere ; molte son chiuse ma altre
restan ancora libere e visitabili. Chissà, forse è solo la nebbia a creare quel
paesaggio così solitario e ben poco invitante. Primo evento inaspettato :
incomincia a nevicare copiosamente e tutto si ricopre in pochi minuti di
nuova nebbia in movimento che nasconde del tutto i bei paesaggi attorno,
per di più anche il sentiero ora diventa poco visibile ( ma i due amici lo
conoscono bene e dunque non c'è problema a proseguire ! ). Ricordandomi
di aver preso con me la macchina fotografica decido di fare due foto,
ma... secondo evento inaspettato ( :lol: ) ...scopro dolorosamente di
non aver controllato, a casa, la carica delle batterie della poco utilizzata
Canon : pessima mossa, infatti le batterie si dimostrano chiaramente
troppo scariche per far funzionare la digitale. Nessun problema...
ne ho altre ricaricabili di scorta..... ma queste, forse perchè di voltaggio
diverso da quelle che la Casa indica, si dimostrano non aver potenza
sufficiente a far muovere lo zoom e dunque tutto rimane come prima.
.... :? ....Ultima spiaggia : farò due foto con il telefonino, e come sempre
saranno, se non penose.... appena sufficienti. Vabbè :D !

La nostra amica che non ha preso l'ombrello è già inzuppata e la salva solo
il fatto che entro mezz'ora saremmo al punto X da dove partirà l'esplorazione
nelle miniere. Non si sente un rumore, non una voce nè il rumore del vento.
Tutto sembra sognante attorno, sembra di aver varcato la soglia di qualche
strano limbo. Di quando in quando ci son solo cartelli del tipo " Zona Prealpina
XYZ " o " Non gettate rifiuti " e avvisi simili. Leggo pure il cartello : " Controllate
la tensione delle Batterie Li Ion prima di metterle nella torcia
" ( :P :lol: :P ).
:D Dopo circa 40 minuti dalla partenza raggiungiamo le prime case minerarie
per ora ancora in piedi ma visibilmente provate da 50 anni di abbandono, in
questi tempi usate saltuariamente come rifugio per escursionisti o riparo per
animali e scorte di approvigionamento. Vetri rotti alle finestre, tegole in giro
a terra. Ci sono già attorno a noi un sacco di aperture murate nel terreno,
chiuse volutamente da mucchi di detriti o da muri a secco improvvisati, segno
che siamo grosso modo al piano più basso delle miniere. Tali aperture evidentemente
furon chiuse per ragioni di sicurezza, sarebbe stato facilissimo cadervi se degli
sterpi o la neve avesse formato sopra alle buche uno strato che al passaggio
sarebbe sembrato chiaramente uguale al prato calpestabile. Curiosità che nota
l'amico, il fatto che ci sian evidenti zone dei prati e della strada completamente
libere dalla neve - anzi son zone proprio asciutte :shock: - mentre tutto attorno
è bagnato, ghiacciato, nevoso. Che può essere ? La spiegazione sta nel fatto
che al di sotto di quei punti ci sono passaggi minerari dove l'aria più calda si
scarica verso l'alto evaporando dal terreno e asciugando così l'umidità del prato ;
comprensibilmente, da quel punto cadrà sottoterra, nel condotto minerario, umidità
e gocce quali infiltrazioni. Attorno ora è tutto già un groviglio di materiali sassosi
di scarico che in passato furon là depositati perchè inutili per l' estrazione del ferro
e dello zinco. Da lontano vediamo un ingresso poco distante dove sale una forte
corrente d'aria con vapore acqueo ( visivamente quasi come un geiser ) che fa
muovere la neve in modo stranissimo : essa vien deviata nella caduta dal cielo da
quella forte corrente d'aria sparpagliandola tutto attorno ; avvicininandoci ci accorgiamo
che da quell'ingresso minerario esce una piacevolissima aria calda (!), tanto che
sembra di star vicino a un termoconvettore come quelli usati nei supermercati ;
insomma un sistema di riscaldamento naturale... La temperatura esterna si sarà
aggirata sui -3 °C , l'aria che da lì usciva sarà stata almeno + 15 ° C , grosso
modo. Continuando incontriamo altri condotti chiusi fino ad arrivare alla miniera
ancora aperta. La sera precedente ho caricato due batterie RCR123A Solarforce
nuove di colore bianco per la Terminator, di fatti non appena entriamo nella
miniera metto il caschetto e imbraccio la TD15X incominciando a camminar
rannicchiato per fare i primi 50 metri di galleria da dove, sulla lontananza, si
intravedono già delle svolte e dei binari annegati nella ghiaia. Prima di entrare
mettiamo all'ingresso della galleria un laconico foglio giallo con la data e con
scritto " persone all'interno " per segnalare la nostra presenza di modo che
eventuali altri visitatori sappiano che lì ci siamo anche noi, oppure, se degli
speleologi ritroveranno i nostri tre scheletri tra 30 anni, sappiano almeno in
che data arrivò per noi l'ora fatale ( :lol: :roll: ). Mi accorgo che - come già
notato precedentemente in altra occasione - qui serve una luce abbastanza
potente... soprattutto è necessaria tanta luce sulla lontananza. Imposto la TD15X
sul medio output e incominciamo ad avanzare. La nostra amica impreca contro
le torce che hanno loro due, che " non fanno proprio nessuna luce " e restan
stupiti dei 200 lumen della TD15X che fan vedere l'ambiente anche lontano da noi.
L'aria è molto più polverosa del previsto per via delle correnti d'aria che salgono
dal basso e dai coni di scarico che di quando in quando fan capolino sopra di noi,
sotto di noi quali buchi nel terreno, a destra o a sinistra come buchi e muretti da
cui anticamente si gettavano i materiali verso i livelli più bassi a quello della miniera
ove si sta camminando. Infatti buttiamo qualche sasso da lì e, inesorabilmente,
questo fa un volo di decine di metri nel vuoto prima di dare un suono secco.

Si procede per altri 5 minuti, l'aria è calda, la zona è molto fangosa, cosa che ci
fa sporcare subito le scarpe e le giacche. Nei muri si scorgono ancora i fori di
perforazione dove si mettevano le cariche di dinamite, a terra ci son oggetti
arrugginiti di vario tipo, tutti estremamente polverosi. Dentro una nicchia c'era
un fiaschetto ormai ricolmo di fango e di detriti che ho portato via con me assieme
a una miccia usata trovata a terra e un cordoncino a strappo di cuoio della stessa
veneranda età. Ho invece lasciato immutato, in un angolo quasi magico di quel
posto, un insieme di oggetti che creavano quasi un piccolo affresco della vita
passata : un fiasco vuoto impagliato, una latta di carne in scatola ormai del
tutto arrugginita e qualche fune ormai ridotta a polvere, a testimonianza di
chi lì ci ha lavorato così tanti anni prima. Quegli umili oggetti inoltre danno
un'avvisaglia per chiunque da lì passando può riconoscere una svolta come
segno per la direzione d'uscita che stà a meno di 100 metri andando dritti ;
tra le poche foto che ho fatto devo dire che quella del fiasco impagliato per
me ha un significato particolare. Queste miniere si son presentate molto
regolari, ben fatte e ordinate quale scavo ; ricchissime di picconi bloccati
nella roccia, valvole fisse di scarico per i detriti ( che nessuno di noi ha
minimamente osato sfiorare... prima che qualche bella slavina di ciottoli ci
sotterrasse là sotto per sempre :lol: :shock: ), nonchè " imbutoni " di legno
a scivolo per deviare e veicolare il minerale da trattare. Purtroppo senza
macchina fotografica funzionante ho solo fatto pietosi scatti col cellulare...
abbiam trovato degli stracci logorati blu in un angolo con delle piccole ossa
( evidentemente qualche animale morto lì tempo fa ) e ovunque lattine,
bottiglie e chiodi ; fili di ferro e bastoni, micce usate e lacci. Ambiente però
godibilissimo nel passeggiare se non per alcuni punti del soffitto visibilmente
ricchi di crepe e pericolanti, parti destinate a crollare prima o poi per azione
delle infiltrazioni d'acqua dai prati soprastanti. Come una vera miniera, inoltre,
abbiam osservato molte travi di sostegno ancora in piedi ed alcune abbattutte
a " X " a mò di avvertimento : " non oltrepassate questa zona ".

Mentre sto per addentrarmi dietro una svolta, c'è l'evento inaspettato numero 3 :? :
vedo calare bruscamente l'intensità luminosa della TD15X fino a chè resto pressochè
al buio. fatti due conti, mi accorgo che le batterie Solarforce RCR123A ricaricabili
duran nulla..... meno di un terzo del tempo rispetto a delle comunissime Agpha
CR123A primarie... deluso dalle batterie le sostituisco e tutto torna normale con
una batteria Li Ion 18650 economica. Per prova sto un pò al buio totale e poi
accendo la 64 multiled che ho montato sul caschetto : caspita.... non si vede
pressochè nulla.... realmente - ora - avrei dei seri problemi ad orizzontarmi se
non vedessi segni di riferimento sulla distanza, se non avessi luce per accorgermi
di essi. Vedere solo quindici o venti metri di galleria vuol dire vedere, dall'inizio
alla fine, sempre la stessa porzione di paesaggio... e non sapere nulla del resto
davanti e dietro a sè. Si ricomincia a camminare notando di qua e là antiche
vestigia di chi lì faceva esplodere pareti ed estraeva minerale, nonchè sui muri
delle colate di ruggine ferrosa dalle vene gialle ambrate che corrono oblique dai
pavimenti ai soffitti, macchie brillanti di zinco quà e là tanto da sembrare
scintillante argento, acqua ormai fino alle caviglie e persistente aria calda del
tutto priva di umidità. Riprendiamo la via del ritorno e vediamo alcuni passaggi
discendenti allagati occlusi da blocchi di pietra. In uno ci si potrebbe perfino
infilare... ma prima che capiti qualcosa lasciamo perdere. Mentre si cammina
poco dopo si sente un forte " scratch ", classico suono del caschetto di plastica
che cozza contro la roccia ; la nostra amica non aveva visto una roccia pendente
dal soffitto, e c'era andata a sbattere dando una mazzata solenne col caschetto.
Se non ci fosse stato il caschetto non immagino cosa avrebbe potuto fare quel
colpo contro una parete di rocce taglienti e aguzze. Ci son qua e là vecchie corde
per argani e resti di scambi di binari. Quanto mai non ho il flash per fare fotografie...
e il nervosismo per questa cosa ha fatto già sparire nel frattempo qualche plum cake
dalla tasca, anche se - dico tra me e me - non occorre dar un gusto aggiuntivo
alla perlustrazione : qualche foto di ricordo basterà. Uno di noi si allontana troppo
e ci vogliono 2 minuti di ricerche per ritrovarlo : brutta cosa se chiamandolo non
ti risponde. Ma poi, è lui che si lamenta dicendoci che in realtà ci siamo spostati
noi da lui :lol: . Miniera con molte vie cieche che ha una struttura " ad albero ",
ovvero non si circola liberamente da una strada all'altra ma grosso modo si diverge
sempre a ventaglio dall'entrata verso l'interno della montagna. Tratto lievemente
rivolto verso l'alto, aria sempre pulita. Ritroviamo la via d'uscita - complice il
gomitolo di lino che srotolato ci eravamo portati con noi a mò di " filo di Arianna " -.
L'aria al di fuori è molto fredda.... caspita che differenza... tutto è ritornato
neve e ghiaccio ora, le nostre impronte non ci son già più dopo appena
40 - 50 minuti dall'entrata in galleria. Ci scambiamo qualche impressione e
riprendiamo il sentiero del ritorno, ove, nemmeno fatti 200 metri, vediamo
un'altra entrata libera... la tentazione è troppo forte... Immagine Immagine Immagine e ci aspetta
un luogo pressochè simile a quello visitato al piano superiore sebbene l'entrata
sia più difficoltosa, c'è meno spazio per accedere e ci sono sassi rotolati lì che
danno intralcio. Allora si entra pian piano uno per volta togliendo gli zaini. C'è
più acqua sul terreno di camminamento e qualche bastone messo all'ingresso.
Ben presto ci si accorge di una maggiore varietà dei colori dei minerali sulle pareti,
anche se non ci sono così tanti ferrivecchi come avevamo visto prima. Qui non
ci sono lattine, vetri, ma solo radi binari o il ricordo di essi dato dalla ruggine che
a suo tempo ha macchiato le pietre dove erano imbullonati. Luogo dall'aspetto
più " domestico ", muri senza fratture, soffitti regolari senza tagli pericolosi. Tanto
fango, tanta dolcissima aria calda. Veder risucchiare l'umidità del proprio alito
verso l'interno della miniera mentre si avanza fa uno strano effetto... ora può
apparire invitante a proseguire, ora può suonare un pò sinistro come è parso
alla nostra amica - forse sempre troppo guardinga -. Usciti dal secondo piccolo
labirinto minerario scendiamo a valle ; nei pressi di un pino ad una panca di legno
scrivo sulla neve " Miniere --> ", anche sapendo che dopo 5 minuti il candido manto
ricoprirà di nuovo tutto. Ora si vede un pastore con alcuni cavalli che sta discendendo
la montagna, qualche altre auto è arrivata fin là parcheggiando vicino a noi.

Ahhhh !!! Batterie Solarforce S-16340-P..... perchè mi avete gettato nel buio ! :x Meno male
che avevo con me le 18650 di scorta ! :!:

:D

Pian piano torniamo al parcheggio ora tutto bianco... poco felici però che la giornata nevosa
ci faccia tornar a casa così presto. Avessimo più tempo guarderemmo in giro per trovare
altre entrate : senz'altro in estate cercheremo nuovi " ricordi minerari " ancora esistenti in
quei prati.

Ma, in fin dei conti, non eravamo partiti da casa con la semplice promessa offertaci
da una lampada ad acetilene ? In fondo quella promessa è stata esaudita, e credo che
per noi tre ciò sia stata la cosa più importante da vivere.


Qui alcune fotografie della lunga passeggiata Immagine
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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da P.P. » 01/02/2012, 18:35

P.S. : Qui un breve schema che ho disegnato per dare una idea
dei tre tipi più ricorrenti di scavi minerari :

Schema della geometria dei percorsi nelle miniere

Immagine
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erehwyrevekool
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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da erehwyrevekool » 02/02/2012, 2:47

:D Che bel racconto! Grande, davvero avvincente! :)

PS: in uscite simili abituati a portarti pile di qualità, Luxtrail ha delle ottime Panasonic CR123 ad un prezzo interessante, tienilo a mente per un prossimo eventuale acquisto! ;)

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P.P.
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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da P.P. » 02/02/2012, 13:26

Grazie !!!
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Blux
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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da Blux » 02/02/2012, 13:44

Che bel racconto pieno di entusiasmo :)

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Francesco1303
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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da Francesco1303 » 03/02/2012, 12:01

Complimenti, l'hai raccontato proprio bene sembra di esserci.

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Hombregti
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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da Hombregti » 03/02/2012, 12:30

Complimenti...hai mai pensato di fare lo scrittore? Ti verrebbe bene il raccontare le miniere della lombardia...complimenti e magari più avanti ci organizziamo per esplorarla insieme...
melior una facula hodie et cras

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Re: Il fiasco impagliato

Messaggio da P.P. » 03/02/2012, 15:27

Volentieri :)
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