Torcia militare F.lli Pagani , anno 1940 circa ( II WW )

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P.P.
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Torcia militare F.lli Pagani , anno 1940 circa ( II WW )

Messaggio da P.P. » 11/03/2014, 14:17



Torcia a lanterna militare F.lli Pagani


Anno 1940 ca. , Bulbo Inc da 3,6 Volt




...Sembra saltata fuori da una trincea :o


Difficile reperire qualche informazione aggiuntiva su questa curiosa torcia, se non una laconica e breve descrizione : " Torcia lampada per Soldato del Regio Esercito, Seconda Guerra Mondiale, F.lli PAGANI " :D . Sicuramente la prima cosa a colpire è la grande palpebra basculante che copre a mò di cappello la lente del riflettore... in cui un occhio attento riscontra l'esistenza di un particolare settore girevole che, come vedremo, ha lo scopo di orizzontare assieme agli altri dispositivi meccanici il fascio luminoso in mille modi. Per un attimo - non per piacere, ma per " necessità " - fingiamoci soldati in trincea a pochi passi dall'incipiente fronte bellico che avanza :( : avremmo bisogno di quale luce, con che geometria di fascio per poterci muovere in sicurezza tra le ali dei nostri alleati ? Non chiaramente di luci farfallone e sgargianti... pronte magari a suggerire al nemico la nostra posizione... con tanto di " missiva di piombo e fuoco " spedita all'istante in direzione del nostro punto da cui il fascio di luce è stato visto sulla distanza. Occorrerebbe invece una luce discreta, geometrizzabile e sottaciuta per poter vedere " quanto basta "... di notte e di giorno nelle tende od altrove. Una luce che sia anche provvista di un sistema di segnaletica, magari. La " F.lli Pagani " sembra proprio nata per questo : figlia di una guerra probabilmente da lei non voluta ma in cui, comunque, ha dato luce a chi nel cuore aveva ormai solo fitto buio.




Alcuni miei semplici scatti ( modifiche da me effettuate Immagine : nessuna... per ora ! ) : Immagine



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Ecco la curiosa torcia che vi sto a presentare :D : in sostanza è una classica torcia a lanterna di forma
quadrata che a differenza dei quadroni civili ha tre utili sistemi a salvaguardia dell'occultamento della
propria posizione : abbiamo infatti la finestrella a mezzaluna girevole per definire l'altezza del fascio
luminoso, il vetrino blu interno (in questa foto è stato azionato ) che consente di operare una seconda
modalità di occultamento ( oscura la luce ) e per terzo la pesante palpebra basculante che a propria
scelta può esser abbassata e bloccata in data posizione. La " somma " delle tre soluzioni consente di
operare con molte variabili di oscuramento / occultamento / direzione e geometria diversa del fascio.


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In questo caso abbiamo la geometria " fascio alto per la distanza " occultato parzialmente dalla palpebra
tale che in una stanza buia si veda una tenue luce blu dai propri piedi fino a 2 metri davanti a sé ; attorno
non compare nessun riflesso o riverbero di luce ( non si mostra al nemico la propria posizione, sulla distanza ).


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In tal caso la palpebra è stata totalmente abbassata, il fascio diviene ancor più attillato alla persona
che può così ancorare la torcia alla propria giacca e contare su una luce disponibile minima, è in tal caso
utile pressoché solo a legger mappe o sistemare oggetti che siano alla portata delle stessi mani.


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Qui il particolare del bassorilievo che presenta il Logo " F.lli Pagani - MI "

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Una Macro che ci presenta da vicino la lente a mezzaluna e il pirolo meccanico centrale la cui funzione è quella di permetter la rotazione
del vetro colorato blu interno, utile a oscurare la luce emessa od anche agire da segnalazione secondaria in casi tattici.


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Abbiamo ora la lente libera dal vetrino, si nota il bulbo INC che occhieggia ricordandoci la sua sfolgorante potenza di circa 15 Lumen
( con batteria carica :mrgreen: ).


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Inizialmente si imbraccia questo " luminoso milite " ma :o ... non si rinviene nessun tipo di ghiera o pomello che apra il vano interno ove va
inserita la batteria. Come si fa, dunque ? In realtà l'ingegnoso sistema usato ( stile " non posso mai rompermi " ) risiede nell'aver creato due
semplici fori passanti che sono sia il fermo del cappellotto della torcia ( per chiuder il vano interno ) sia l'innesto in cui la manopola esterna
va a chiudersi mordendo la torcia : i fori son sia fermo e perni della maniglia. Essendo questa a molla basta allora tirarla da un lato con
forza e magicamente la torcia si aprirà.


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Ecco la posizione di uso della torcia. << Ma che strano angolo... >> verrebbe a dirsi. Anche questo pare
proprio studiato, giacché con il sistema della ghiera girevole + lente a mezzaluna permette in tal caso di
offrire a piacimento luce diretta solo davanti a sè ( mezzaluna alta ) o a due metri davanti a sé ( se con
mezzaluna bassa ) o altre geometrie variabili con la palpebra ruotata di tot gradi. Ricordiamoci infatti
che le torce militari di solito come prima necessità devon dare ausilii utili a non proiettare la luce lontano
dalla propria posizione, tal cosa era ancora più valida 60 anni fa durante la Seconda Guerra Mondiale.



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Qui si nota il particolare sistema di schermatura della luce.


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Il retro della torcia si compone di un robustissimo mollone per appender la " F.lli Pagani " al gilet tattico oppure alla cintura / vestiario
militare e della maniglia rotativa che scende fino a far un giro di 180° sotto la torcia senza che così possa dare alcun fastidio a chi la
indossa.


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La palpebra tutta aperta sale in corrispondenza dell'interruttore, la stessa può anche adoperarsi quale
modo di segnalazione afferrandola e ( proprio come il " Momentary On " delle nostre torce ) con l'alzarla
ed abbassarla dar così " tot colpi di luce " ( stile alfabeto MORSE ).


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Particolare di uno dei due piroli laterali che servono per serrare la palpebra una volta che si decide di
fermarla in una data posizione.


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Raffronto dimensionale tra la " Superpila " anni '40 ( a sinistra ) e la " F.lli Pagani " ( a destra ) : torce che hanno diversa estrazione d'uso
ma fondamentalmente sono strettamente imparentate.


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La torcia " Superpila " ha parabola molto più ampia, la " F.lli Pagani " ce l'ha più esile. I due fori che la " F.lli Pagani " mostra nella parte
sottostante potrebbero avere un duplice scopo : garantire la cadutra di acqua e umidità che da sopra sia penetrata ma anche per fissare
la torcia su un mezzo militare tramite il solito sistema prima descritto ( una molla tesa che chiude due fori : in tal caso utili per garantire
stabilità su un piano lineare come è quello di un cofano motore, magari di una Jeep - :o ).




...Purtroppo non dispongo della batteria adatta a farla funzionare : sembra che in qualche maniera occorra un tipo di cella / celle lievemente diverse dalle solite zinco / carbone da 4,5 Volt che solitamente vanno inserite in classiche torce dette a lanterna. Smontando il bulbo INC si può comunque veder la geometria del fascio luminoso se inseriamo nella nostra torcia una " nipotina " angolare - quale una Niteye JA10 con calamita - che proietterà luce fuori dalla " F.lli Pagani " proprio come fosse la sua lampadina ;) .




Alcuni pareri...

PRO Immagine
- Grande robustezza ed estrema semplicità d'uso
- Torcia che data la sua estrema rarità è un " pezzo vivente di storia " :o

CONTRO Immagine
- Scarsa resistenza alle infiltrazioni d'acqua




Considerazioni finali

Rimango sempre più affascinato da un tempo che potrebbe esser pure il nostro, per coloro che tra cent'anni ci vedranno coi loro occhi... son fermamente convinto che " il vecchio " non sia sinonimo di " superato " , " meno interessante " o " meno attrante " del " nuovo " : in realtà certe inventive e soluzioni geniali non nascono tanto e solo dal " progresso ", ma spesso dal disporre di poco e trovar con questo una funzionalità generalmente ad esso non associata né riconosciuta. Ecco che con questi occhi guardo, tra le altre cose, anche queste torce che hanno segnato un tempo, un uso e una storia e che oggigiorno ci ripetono che " passano i tempi, ma lo stile rimane " ;) .


Fate anche voi parlare queste vecchie signore... hanno mille storie da raccontarvi ;) ( Click qui ).


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Grazie per aver letto questa recensione !!! Immagine





Ne discutiamo qui. Immagine
...Sentire la luce scorrere nelle proprie vene...

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